Internet e la Pubblica Amministrazione
Tutte le pubbliche amministrazioni collegate tra loro e
in grado di dialogare on line con i cittadini. Il presidente dell'Aipa,
l'Autorità per l'informatica nella Pubblica amministrazione, illustra alla
Commissione Bilancio della Camera i progetti per l'innovazione tecnologica del
nostro Paese. E traccia nel dettaglio le linee di evoluzione
dell'amministrazione statale all'insegna di Internet.
Tutti i cittadini, nel giro di qualche anno,
dovranno poter accedere a sportelli telematici
dove reperire ogni informazione di carattere
fiscale e previdenziale. Ciò sarà possibile
grazie alla "interoperabilità"
tra le banche dati di Inps, Inail, Finanze
e Tesoro, già collegate tra loro in vista
della Rete unitaria della Pubblica amministrazione.
Una rete, quest'ultima, alla quale l'Aipa
sta lavorando da diversi anni, e che a regime
consentirà un accesso sicuro ad anagrafi,
pubblici registri, e agli svariati archivi
di dati dei cittadini. Per rendere più efficaci
le iniziative di rete, saranno istituiti
appositi servizi di assistenza telefonica,
che seguiranno i cittadini nell'utilizzo
dei nuovi servizi. Contemporaneamente, le
singole amministrazioni completeranno la
loro piena informatizzazione, si doteranno
di una rete Intranet, e saranno agevolmente
raggiungibili su Internet attraverso i loro
siti web. Specifici progetti sono previsti
per i piccoli centri: reti telematiche comunali
forniranno informazioni di natura catastale,
e potranno connettersi ad appositi servizi.
E un progetto per la promozione del commercio
elettronico nelle regioni meridionali, denominato
"E-sud", tenterà di non tagliare
fuori dall'innovazione le zone tradizionalmente
più in difficoltà nello sviluppo.
Intervento del prof. Guido M. Rey. Presidente
dell'AIPA
Il cambiamento
intervenuto nel ruolo dell’ICT e di Internet in particolare, è di tipo epocale
per rapidità di sviluppo e per ampiezza delle conseguenze. E’ ormai
generalmente riconosciuto l’impatto dell’ICT sul modo di operare del mercato:
da risorsa concepita per ottenere vantaggi in termini di operatività, a risorsa
destinata a trasformare il mercato modificandone i preesistenti meccanismi di
funzionamento e introducendone di nuovi, fino a divenire elemento portante per
il posizionamento strategico dell’impresa ma anche delle amministrazioni
fornitrici di servizi.
In un contesto, definito
ormai correntemente di "internet
economy" caratterizzata da reti aperte in grado di connettere e far
tra loro interagire cittadini, imprese, istituzioni, offre notevoli opportunità
per l’acquisizione di informazioni e per l'effettuazione degli scambi, ossia
per il commercio elettronico ma più in generale per la effettuazione di
transazioni in rete e tutti dovranno adeguarsi a questa innovazione per poter
sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia, senza esserne emarginati.
L’iniziativa della
Commissione UE tende ad accelerare i cambiamenti positivi che la "new economy", di cui l’e-commerce e l’e-government sono solo un aspetto, può portare a livello
economico e sociale. Il commercio elettronico eserciterà anche un notevole
impatto sulla struttura e sul funzionamento del mercato del lavoro ed il nuovo
potenziale di occupazione si concretizzerà soprattutto nei servizi basati
sull’informazione. Ne consegue che sarà necessario realizzare azioni di
formazione e di istruzione in funzione di tali nuove competenze. A fronte di
una concorrenza di portata globale e in un contesto virtuale senza frontiere,
si dovrà garantire che tali nuovi posti di lavoro siano creati e mantenuti
nell’ambito del mercato unico europeo senza creare o aggravare le disparità
territoriali.
Anche in questo settore
la Commissione europea ha puntato sull’informatica per uniformare le condizioni
di vita dei cittadini europei in modo da evitare che l’Unione europea sia vista
come una costruzione essenzialmente economica e poco attenta ai diritti di
cittadinanza europea.
L’agenda degli incontri
di Lisbona destina molti incontri al tema delle tecnologie per lo sviluppo
economico e sociale dell’Europa. Si riconosce, pertanto, che solo un rapido
accesso al sentiero di sviluppo basato sulle tecnologie potrà ridurre il
ritardo rispetto agli USA ma questo sviluppo dovrà essere attento al problema
degli squilibri personali e territoriali.
Inoltre è importante un
attento monitoraggio dell’evoluzione delle tecnologie per evitare che i
comportamenti dei produttori possano ledere interessi pubblici rilevanti come
il diritto di accesso alle tecnologie o la difesa degli investimenti effettuati
dai privati e dalle amministrazioni.
Il settore pubblico
rappresenta una larga parte del mercato, e quindi può, con i suoi
comportamenti, definire o addirittura imporre alcune regole e in questo modo
può modificare gli equilibri fra i diversi produttori.
Nel momento in cui il
settore pubblico entra in rete e fornisce servizi in rete, non può erogare i
servizi solo a quelli che adottano un certo tipo di standard o di regole,
poiché egli deve erogare a tutti i cittadini gli stessi servizi; quindi si deve
preoccupare di trovare o dei traduttori, o delle regole, o altri strumenti, che
consentano di rompere tutti i meccanismi che tendono invece a creare il
monopolio, la segmentazione del mercato, e a limitare l’accessibilità ai
servizi come conseguenza di scelte tecniche che forse favoriscono l’efficienza
ma che limitano la libertà dei cittadini. Non ho bisogno di sottolineare la
delicatezza di questo punto che coinvolge i valori fondamentali della
costituzione economica di un paese. Allora, l’intervento pubblico non si può
limitare alla regolamentazione, né alla definizione degli standard per le
forniture, ma ponendosi in rete deve fornire esso stesso quella garanzia di
libertà che dovrebbe caratterizzare la rete per cui chiunque deve essere messo
nella possibilità di dialogare con l’amministrazione per ottenere servizi o
ricevere informazioni. Nel momento in cui si adotta la tecnologia della rete
per consentire l’interazione fra amministrazione e cittadino-utente
automaticamente si generalizza questo approccio e si pongono le condizioni
perché questo principio valga per tutti gli operatori in rete anche nei
rapporti fra privati. Per operare questa trasformazione nei rapporti ci
vogliono ampie conoscenze tecnologiche, grossi investimenti, notevoli
innovazioni, ma è comunque sicuro che su questa strada ci sono importanti
ritorni anche per l’industria e per l’occupazione oltre che indubbi vantaggi
per il benessere di una nazione.
In questo contesto è
necessario che diritto, economia e tecnologia lavorino insieme per definire le
regole per la rete sapendo che queste regole debbono avere una validità che
supera i confini nazionali se si vuole evitare che una presunta protezione
degli interessi nazionali risulti alla fine in una penalizzazione della nostra
industria a livello mondiale. Credo sia necessario uno sforzo in questa
direzione per evitare il prevalere degli interessi economici sugli elementi
politici e sociali possa mettere in secondo piano l’attenzione sui contenuti,
sulle applicazioni e sui servizi resi ai cittadini/consumatori.
Il contributo delle amministrazioni
pubbliche allo sviluppo dell'economia in rete
Lo sviluppo economico e
sociale di un Paese richiede una amministrazione pubblica moderna, innovativa,
efficiente, in grado di fornire servizi pubblici ai cittadini e alle imprese e
di regolare con equità e senza oneri inutili una società complessa e
terziarizzata. I sistemi informativi automatizzati in rete rappresentano uno
strumento strategico per raggiungere questi obiettivi poiché l’innovazione
tecnologica consente di realizzare una PA più efficiente e in grado di fornire
i servizi senza imporre inutili gravami.
Per il nostro Paese, un
ulteriore impulso all’adozione di questo nuovo modo di funzionare del sistema
economico è derivato dall’adesione all’Unione Europea, che ha reso più evidente
il nesso tra efficienza della Pubblica amministrazione nazionale e
competitività del sistema - paese e pertanto è necessario creare una rete di
servizi, di regole e di organismi che siano funzionali a questa strategia.
Pertanto occorre assegnare alle amministrazioni pubbliche, senza rinunciare
all’obiettivo dell’equità, il compito di fornire e di incentivare le
esternalità di rete senza le quali il settore privato incontrerebbe delle
difficoltà e da solo non sarebbe in grado di creare le condizioni favorevoli allo
sviluppo della società dell’informazione.
Occorre procedere alla
progettazione e alla costruzione di un sistema informativo unitario che
raccolga le informazioni e i dati derivanti dalla gestione corrente e sia in
grado di integrare il sistema informativo delle amministrazioni con gli altri
sistemi informativi. Con la disponibilità di informazioni non e’ più necessario
pensare all’amministrazione pubblica come un’unica grande organizzazione a
forte organizzazione gerarchica ma si può pensare ad un modello più ricco che
ha come elementi caratteristici l’amministrazione a rete, la condivisione delle
informazioni, la trasparenza imposta dalle procedure informatiche, la chiara
identificazione dei compiti e delle responsabilità dei funzionari, la rapidità
dei processi, il miglioramento dei processi lavorativi, la consapevolezza delle
esigenze dell’interlocutore; tutti fattori garantiti da una impostazione
moderna della funzione informatica nelle amministrazioni pubbliche.
Nel caso delle imprese,
la scelta della tecnologia, condiziona anche le tecnologie adottate dai
fornitori e dai clienti ma nel caso delle amministrazioni pubbliche questa
decisione ha effetti diffusivi sull’intero sistema economico e sociale. Proprio
per questa caratteristica la scelta della tecnologia della rete per le
amministrazioni pubbliche comporta anche una decisione sul ruolo trainante
dell’intero settore pubblico per lo sviluppo del Paese.
Inoltre il decentramento
amministrativo rappresenta un modello organizzativo particolarmente complesso
che richiede maggiori informazioni rispetto al modello accentrato specie in un
sistema che non ha indicatori paragonabili a quelli forniti dal mercato. Grazie
alla messa in rete delle amministrazioni aumenta anche il grado di conoscenza
dei cittadini per cui con un sistema di comunicazione sviluppato si segnalano
ai cittadini interessati le organizzazioni pubbliche che forniscono i servizi
migliori. Si migliora la trasparenza e viene garantita la pubblicità delle
decisioni prese dagli operatori pubblici. Ossia si trasferiscono ai rapporti
tra cittadini e amministrazioni i vantaggi che sono stati acquisiti nei
rapporti fra consumatori e produttori quando operano uno scambio nel mercato.
Modalità di comunicazione tra
cittadini e P.A.
Gli indirizzi e le iniziative
di carattere internazionale ed in particolare a livello europeo pongono un
accento particolare sul miglioramento delle interazioni tra amministrazioni
pubbliche ed esterno (cittadini, imprese, soggetti distribuiti sul territorio),
tema che è al centro, tra l’altro, del V programma quadro e dell’iniziativa
"eEurope".
In piena coerenza con
questi indirizzi, ripresi nel documento sul patto sociale, le linee strategiche
emanate dall’Autorità in questi anni hanno a più riprese sottolineato le
opportunità che le nuove tecnologie offrono su questo terreno e la necessità di
coglierle con progetti innovativi, (vedi ad es. le linee strategiche 2000-2002)
che evidenziano la necessità di "usare le opportunità IT disponibili per
mutare il rapporto tra P.A. e cittadini".
Le iniziative si vanno
sviluppando su vari terreni:
L’attivazione di
"sportelli unici", che offrano a cittadini ed imprese dei punti di
accesso unificati a servizi complessi, semplificando gli adempimenti loro
richiesti e demandando alla condivisione di informazioni e alla comunicazione
tra amministrazioni l’onere della necessaria concertazione tra amministrazioni
diverse. Su questo terreno l’esperienza principale è quella relativa allo
sviluppo dello "sportello unico delle imprese", a cui si collega il
progetto recentemente avviato relativo alla creazione di un registro unificato
delle imprese italiane. Tra le altre iniziative si annoverano l’acceso
unificato a informazioni e servizi di carattere fiscale e previdenziale
("sportello unico INPS – INAIL - Min. Finanze - Min. Tesoro") e
l’accesso dai consolati italiani all’estero alle informazioni anagrafiche e
previdenziali. All’interno di questa linea di azione si collocano anche le
esperienze di sportelli non presidiati.
L’utilizzo dei siti Web
non solo a informazioni statiche ma anche ai servizi, sia come richiesta che
come erogazione: è un terreno che potrà conoscere un nuovo importante impulso
con la diffusione delle tecnologie di firma elettronica e con l’introduzione della carta d’identità
elettronica. Anche in questa fase tuttavia si sono sviluppati importanti
progetti.
Le informazioni pubbliche
costituiscono un patrimonio di grande valore sia come strumento di garanzia di
partecipazione democratica sia come bene economico nei riguardi del sistema
produttivo dei paesi.
L’attuale situazione
italiana, anche se comune ad altri paesi della U.E., vede invece un generale
ritardo su questo fronte. Solo alcune amministrazioni, in modo peraltro ancora
sporadico e frammentario cominciano a mettere a disposizione le informazioni di
cui dispongono sui propri siti internet. In particolare in settori importanti
della pubblica amministrazione resta pressoché nulla, o marginale e dispersa,
la disponibilità di informazioni strutturate.
Permane anche il problema
legato al recupero della qualità delle basi di dati e all’evoluzione delle
applicazioni; un segnale positivo è tuttavia costituito dalle attività condotte
nell’ambito dell’adeguamento al cambio di millennio che è stato colto, in
alcuni casi, come occasione per la reingegnerizzazione del patrimonio
informativo esistente.
Complessivamente si
conferma comunque la necessità e l’urgenza di interventi finalizzati a
consolidare e migliorare le basi di dati esistenti, a estendere il patrimonio
informativo informatizzato nonché a rendere accessibile, in modo semplice, per
i cittadini e le imprese, l’informazione pubblica detenuta dalle
amministrazioni.
L’attivazione di "call-centre" che funzionino da
interfaccia unitaria ed integrata anche riguardo alla comunicazione telefonica.
Queste esperienze, in passato principalmente orientate all’interno delle
amministrazioni e al loro rapporto con altri soggetti coinvolti nei processi di
servizio (vedi ad es. le agenzie di pratiche automobilistiche e le officine
autorizzate per quanto riguarda carte di circolazione, patenti, revisioni degli
autoveicoli), si vanno aprendo gradatamente al più complessivo rapporto con
l’utenza esterna. In questo passaggio diventa essenziale l’integrazione tra
tecnologie diverse (dati, voce) e la condivisione del patrimonio informativo.
L’integrazione di tutto
questo insieme di canali in veri e propri "portali" verso
l’amministrazione pubblica, capaci sia di diffondere e dare visibilità ai
servizi disponibili, offrendo ausilio alla ricerca e alla selezione dei servizi
stessi e delle amministrazioni eroganti, sia di riportare ad unità l’attività
di back-office a prescindere dal
canale di comunicazione scelto dai cittadini (Internet, telefono, lettera,
presenza diretta). In quest’area è già operativa l’esperienza pilota del
portale dell’informazione giuridica – "norma in rete" – che
costituisce la via d’accesso all’informazione giuridica rispondendo quindi ad
una delle priorità ripetutamente indicate a livello UE e si vanno sviluppando
altre iniziative sia su altre specifiche tematiche che a livello generale.
Le amministrazioni pubbliche in rete
In Italia, l’esigenza
della modernizzazione delle amministrazioni pubbliche (centrali e locali) è
risultata più pressante in rapporto alla particolare e nota condizione di
arretratezza che, a lungo, ha contraddistinto il settore. L’intento ultimo del
disegno strategico di modernizzazione è, in definitiva, la realizzazione del
decentramento nelle responsabilità, dell’articolazione sul territorio della
gestione e la sua prossimità agli utenti dei servizi ossia la realizzazione di
una rete di amministrazioni pubbliche collegate fra loro da una rete sulla
quale possono circolare informazioni, servizi e grazie alla quale si possono
migliorare i processi decisionali pubblici e privati. Si tratta di un modello
policentrico del settore pubblico che richiede la realizzazione di una rete
unitaria della Pa intesa come rete delle reti ossia ogni amministrazione
mantiene la sua autonomia ma la struttura tecnologica sulla quale viaggiano le
informazioni viene condivisa da tutte le amministrazioni.
La realizzazione di un
cambiamento siffatto passa attraverso fondamentali direttrici di innovazione di
ordine, rispettivamente, normativo, tecnologico, organizzativo e culturale. Gli
avanzamenti registrati a tale riguardo in Italia possono considerarsi rilevanti
soprattutto sulle prime due direttrici.
Sotto il profilo
normativo il punto di cesura rispetto al passato è rappresentato dalle leggi
Bassanini in materia di decentramento e di semplificazione dei rapporti tra
Stato e cittadini ma anche le norme che facilitano l’uso dell’informatica nelle
amministrazioni pubbliche. Ruoli e responsabilità delle pubbliche
amministrazioni ne risultano delineati in modo del tutto nuovo e articolato su
due livelli. Il primo livello di "governo" (riguardante la Pubblica
amministrazione centrale, gli Enti nazionali, eventualmente Regioni), è
caratterizzato da responsabilità di indirizzo e controllo, nonché di
monitoraggio dei servizi decentrati, ed è diretto ad assicurarne livelli
predefiniti di qualità [carta dei servizi], di omogeneità nazionale di
caratteristiche, di equilibrio in termini di costi/prestazioni. Il secondo, a
valenza "periferica," (enti locali) è contraddistinto da
responsabilità di razionalizzazione e di presidio del territorio, nonché di
raccordo con le Amministrazioni centrali: soprattutto, gli competono funzioni
di front-office verso l'utente finale
(cittadini, aziende, associazioni ed enti) e di erogazione di servizi.
Sulla base di questa nuova cornice istituzionale
il nostro Paese, oltre a recenti, più evolute
norme di funzionamento (si pensi alla riformulazione
del bilancio dello Stato per centri di costo;
al budget e al controllo di gestione), si
è progressivamente dotato, grazie anche alla
lungimiranza del disegno istituzionale che
ha portato alla creazione dell’Autorità per
l’informatica nella Pubblica amministrazione,
di una strategia unitaria di informatizzazione
delle amministrazioni centrali. Fra le nuove
norme figurano: la trasformazione dei titoli
di spesa in evidenze informatiche; le regole
tecniche per la firma digitale e per la formazione e conservazione dei
documenti informatici della Pubblica Amministrazione,
il protocollo informatico, l’organizzazione
del telelavoro nelle Amministrazioni; la
carta d’identità elettronica e le connesse
applicazioni elettroniche per l’erogazione
di servizi.
La normativa citata
riflette la consapevolezza, rapidamente affermatasi, che il processo di
ammodernamento, nonostante gli avanzamenti del disegno legislativo complessivo,
sarebbe risultato inadeguato, rispetto all’obiettivo perseguito, se non
robustamente sostenuto da corrispondenti progressi sul piano tecnologico, da
attuare sulla base di una strategia complessiva definita e opportunamente coordinata.
Significativi avanzamenti lungo questa direttrice, infatti, sono stati presto
identificati come condizione ineludibile per ottenere il recupero di margini di
efficienza nel funzionamento alla Pubblica amministrazione e per aumentare
l’efficacia nei rapporti con l’utenza ma anche nel rispetto delle norme
sull’acquisizione delle tecnologie.
Sul piano tecnologico il
disegno innovativo si basa sul superamento dei sistemi informativi
centralizzati e in prevalenza dedicati all’autoamministrazione per passare
invece ad un disegno basato sulla condivisione delle informazioni e sulla
cooperazione applicativa fra i sistemi informativi pubblici e privati per
giungere ad una soluzione organizzativa che consenta ai cittadini di entrare in
contatto con le amministrazioni partendo da un punto qualsiasi della rete delle
amministrazioni per giungere infine alla realizzazione di sportelli unici per
le imprese e per i cittadini e alla creazione dell’e- amministrazione ossia
l’accesso ai servizi pubblici partendo dai terminali multimediali appartenenti
alle imprese e ai cittadini.
L’informatizzazione del
"sistema" delle amministrazioni pubbliche
Un disegno di
modernizzazione della P.A. capace di risultare coerente con la "filosofia
del decentramento in rete" in corso di attuazione è apparso perseguibile
attraverso un’azione di impulso e di coordinamento articolata su due livelli:
uno di sistema l’altro relativo alle singole Amministrazioni.
Attiene all’intervento di
primo livello il progetto di realizzare una rete di sistemi informativi
pubblici capace di porli in grado di dialogare tra loro e di permettere
l’accesso agli operatori privati per ottenere i servizi o per ottemperare agli
obblighi imposti dalle norme. Si è inteso in tal modo creare le condizioni che
rendano possibile passare dalla logica del sistema informativo a supporto di
una singola Amministrazione a quella in cui, a valere sul medesimo sistema, più
Amministrazioni siano poste in grado di poter interagire tra loro e con gli
enti locali, strutturalmente deputati al presidio del territorio nella
fornitura dei servizi.
Costituisce attuazione di
questo disegno la "Rete unitaria della Pubblica Amministrazione"
(RUPA), ormai concretamente avviata all’operatività. Si tratta di una struttura
tecnologica atta a garantire, agli utenti abilitati a servirsene, il dialogo in
condizioni di elevata sicurezza, mediante accesso ai dati e alle procedure
residenti nei sistemi informativi automatizzati della propria e di altre
amministrazioni, indipendentemente dalle reti attraversate e dalle tecnologie
adottate dai singoli sistemi informativi. Nel rispetto dell’autonomia di ogni
singola amministrazione, si è puntato a ottimizzare i servizi telematici
offrendo, contemporaneamente, nuove capacità, in termini di trasporto, interoperabilità
e cooperazione.
Alla rete di trasporto si
aggiunge una rete di servizi per consentire alle amministrazioni lo scambio di
dati, informazioni, files, documenti,
in tempo reale e in condizioni di sicurezza. Con questi servizi si riducono i
tempi di trasmissione, si riducono i costi, le informazioni sono sempre
elaborabili informaticamente, si automatizzano i controlli, si delocalizzano le
amministrazioni poiché la distanza non rappresenta un vincolo alla cooperazione
fra amministrazioni e alla condivisione delle informazioni.
Infine accanto alla rete
di trasporto e alla rete dei servizi di interoperabilità occorre aggiungere lo
strato delle applicazioni, inteso come tecnologie che consentano la
cooperazione fra sistemi informativi mediante la condivisione delle basi di
dati e la reingegnerizzazione delle procedure.
La RUPA costituisce
altresì la premessa per poter perseguire, sempre in un approccio sistemico,
l’altro, più ambizioso obiettivo dell’AIPA: il sistema informativo unitario
delle pubbliche amministrazioni (SIU). Si tratta di un sistema, imperniato su
logiche operative di networking e intranetworking, fortemente orientato a
coniugare l'aspetto informatico in senso proprio con la gestione complessiva
della risorsa informazione e, soprattutto, con le modalità operative ed i
processi di produzione ed erogazione dei servizi propri di ciascuna
Amministrazione: infatti, la ricordata unicità di architettura tecnologica, non
intacca l’autonomia di ciascuno dei soggetti interessati, che rimane padrone del
proprio "dominio". Soprattutto è un sistema che, in prospettiva, è
suscettibile di coinvolgere tutte le amministrazioni e, in particolar modo,
quelle locali in conseguenza del processo di decentramento istituzionale
previsto dalle leggi Bassanini. Affinché questa nuova dimensione prenda
operativamente corpo occorre tuttavia, utilizzando le potenzialità rese
disponibili dalla RUPA, non solo l’attivazione di interazioni man mano più
coordinate e sistematiche tra settori informatici e aree operative nell’ambito
delle singole amministrazioni, ma anche la promozione di raccordi efficienti
tra amministrazioni centrali ed enti locali su tutti gli aspetti che ricadono
sotto un comune processo avendo assegnato alle prime le funzioni di indirizzo e
controllo e alle seconde la fornitura dei servizi.
La realizzazione del SIU
si basa, oltre che sulla struttura tecnologica, sullo sviluppo di progetti
applicativi a valenza intersettoriale, orientati su due macro aree: quella dei
servizi resi dalle amministrazioni a cittadini e imprese e quella del
funzionamento interno del sistema amministrativo pubblico.
I progetti della macro
area Servizi sono rivolti allo sviluppo dello strato di prestazioni
front-office, realizzandone le premesse tecnologiche in funzione dell’erogazione
dei servizi all’utente finale. Gli interventi in quest’ambito tendono tra
l’altro a:
permettere, in modo
affidabile e sicuro, l’abilitazione e l’identificazione di utenti esterni
all’amministrazione che eroga il servizio in via telematica;
offrire modalità di
accesso diffuse sul territorio, unitamente ad elevati requisiti di sicurezza,
ai servizi dei sistemi applicativi delle amministrazioni;
assicurare la corretta
tenuta dei registri pubblici e dalla loro disponibilità in rete in modo da
consentire alle amministrazioni non solo la ricerca delle informazioni in tempo
reale ma anche l'eliminazione dei certificati.
I registri principali
sono già oggi informatizzati, ma la qualità dei dati è sovente scadente e
raramente sono in linea. Quelli fondamentali riguardano: le anagrafi dei
cittadini, il registro delle imprese, il registro automobilistico, il catasto.
Il progetto che investe
l’Area Anagrafi e Registri pubblici ha l’obiettivo primario di collegare le
anagrafi comunali della popolazione residente in Italia e dei cittadini
italiani residenti all’estero, utilizzando i servizi della Rete unitaria, in
modo da consentire la cooperazione anche con altre Pubbliche Amministrazioni
interessate (Finanze, INPS, INAIL, Sanità ecc.) per la necessaria integrazione
con le anagrafi di propria competenza e le basi dati di settore. Attivato
dall’Autorità per l’informatica pubblica nel 1997, nel 1998 ne è stato
effettuato lo studio di fattibilità relativamente alla parte riguardante il
Sistema per l’accesso e l’interscambio anagrafico (SAIA). Inoltre, è stata
effettuata dall’ISTAT, su incarico dell’Autorità, una rilevazione, su tutti i
comuni d’Italia, dalla quale si sono ottenute informazione sul ritardo che si
registra nella informatizzazione delle anagrafi di numerosi comuni in genere di
piccole dimensioni ma anche in due comuni capoluogo di provincia nel meridione.
Ciò ha consentito di avviare la realizzazione di un primo nucleo significativo
di servizi del SAIA per i comuni più avanzati tra i quali il cambio di residenza
e la comunicazione delle variazioni anagrafiche agli enti previdenziali e alla
motorizzazione civile. La prosecuzione di questa parte del progetto è
strettamente connessa con l’attuazione della normativa, di recente emanazione,
per l’introduzione della nuova carta di identità elettronica. Il SAIA prevede
infatti l’integrazione e il collegamento delle anagrafi di tutti i Comuni
italiani e la realizzazione di un centro nazionale di coordinamento,
strettamente correlato con il progetto Carta di identità che grazie ad un chip
incorporato consentirà ai possessori della carta di accedere in condizioni di
sicurezza alle principali banche dati della Pubblica Amministrazione e quindi
domandare e ricevere informazioni e servizi. Infatti la nuova carta di identità
elettronica e multifunzionale oltre alle funzionalità di identificazione della
persona dell’attuale documento cartaceo, comprende anche le funzioni necessarie
per l’abilitazione e l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione
centrale, degli Enti locali e dei Comuni e può essere arricchita con servizi di
pagamento. L’iniziativa, riprende e amplia le esperienze fin qui maturate
presso diversi Comuni tramite carte di servizi ai cittadini ma fornisce il
servizio su tutto il territorio nazionale ed evita che ci possano essere
cittadini di serie A e di serie B a seconda dell’evoluzione tecnologica dei
singoli comuni.
Un ulteriore obiettivo
riguarda l’Area del territorio e si propone di mettere a disposizione dei
Comuni uno strumento che, attraverso un’opportuna piattaforma di interscambio e
un processo controllato e certificato, renda fruibili, presso il rispettivo
sistema informativo le informazioni di natura catastale provenienti dal
Ministero delle Finanze e, viceversa, garantisca la comunicazione al Ministero
dell’aggiornamento delle informazioni di interesse catastale. Per i servizi di
visura ipocatastale ai fini delle attività istituzionali dei Comuni è iniziata
la fase di attivazione. Attualmente tutti i Comuni possono connettersi al
server web del Sistema di Interscambio per ottenere i servizi di visura
catastale, ad eccezione dei Comuni di tre piccole provincie a causa di problemi
tecnici in corso di risoluzione. Sono previsti anche servizi di accesso alle
informazioni ipotecarie con la realizzazione di funzioni di collegamento tra il
sistema di interscambio e i sistemi delle Conservatorie dei Registri
Immobiliari.
I servizi di
aggiornamento degli archivi catastali sono sperimentati con il coinvolgimento
di circa 70 Comuni nell’ambito del protocollo d’intesa AIPA, ANCI, Ministero
delle Finanze. I piccoli Comuni appartenenti a comunità montane (circa 4000
comuni) possono connettersi ai servizi in questione attraverso il Sistema
Informativo della Montagna (SIM), all’uopo predisposto, secondo le specifiche definite
dall’Autorità.
Il Sistema di
Comunicazione dei dati territoriali (SCT), avviato nel 1996, ha l’obiettivo
specifico di certificare l'esistenza delle informazioni territoriali,
pubblicizzarle e diffonderle presso le amministrazioni centrali, le Regioni e
gli Enti locali e i fornitori di servizi pubblici. Questo presuppone la
razionalizzazione dei processi di formazione delle basi informative
territoriali al fine di consentire il riuso delle informazioni disponibili
presso le Amministrazioni, integrandone coerentemente la documentazione ovvero,
in alternativa, di promuovere, tra Amministrazioni centrali e locali,
iniziative intersettoriali coordinate per la formazione cooperativa di basi
informative territoriali.
Infine i processi
intersettoriali di funzionamento attualmente si incentrano su tre temi: a) la
gestione e il governo del personale; b) la gestione dei flussi documentali; c)
il sistema dei pagamenti.
L’attuale sistema
informativo del personale è costituito da un esteso arcipelago di sottosistemi (37
nelle sole Amministrazioni centrali) tra loro eterogenei nelle tecnologie e
nelle applicazioni, scarsamente interconnessi e con modesto livello di
informatizzazione. D’altra parte, il quadro normativo in materia di personale
pubblico è ricco di innovazione e richiede la razionalizzazione sia dei
processi di gestione sia del sistema informativo. E’ stato pertanto attivato il
progetto del Sistema informativo unitario del personale delle Amministrazioni
dello Stato (SIUP), costituito da una rete di tanti sistemi locali cooperanti,
quante sono le amministrazioni interessate. Ne costituiscono obiettivi: a) dare
supporto sia alla gestione puntuale del personale sia alle attività
direzionali, a livello locale e centrale; b) coprire l’intera materia,
includendovi il trattamento giuridico, quello economico, quello di previdenza e
quiescenza, il contenzioso, la formazione, le caratteristiche curriculari e le
attività svolte.
Per quanto attiene ai
flussi documentali, nel dicembre 1998 è stato approvato dal Consiglio dei
Ministri il regolamento sulla tenuta del protocollo, innovando profondamente
una materia, fino ad allora regolata da un Regio decreto del 1900. L’elemento
principale di innovazione è la centralità dei sistemi informatici in tutte le
attività riguardanti la gestione documentale nell’ambito delle Amministrazioni.
Il ruolo primario attribuito ai sistemi informatici contrasta con la scarsa
informatizzazione (circa il 10% delle attività) caratterizzante i flussi
documentali nelle Amministrazioni: l’attuazione della normativa si configura
quindi, essenzialmente, come processo di riorganizzazione e successiva
informatizzazione. Ne è previsto il completamento entro il 2004. Sono già in
corso dei progetti di informatizzazione sperimentale del protocollo i quali,
oltre a realizzare in ambiente elettronico la gestione del registro di
protocollo e la trasmissione elettronica dei documenti sono orientati a
perseguire obiettivi di gestione dei flussi di lavoro, di trasparenza verso
l’esterno della Pubblica amministrazione e di controllo di gestione.
Tra i progetti
intersettoriali il mandato di pagamento informatico è quello che, in rapporto
agli aspetti operativi, alla visibilità dello stato di avanzamento della
pratica, all’abbattimento di tempi e costi si presta più di altri a dare
un’immediata percezione dei passi in avanti compiuti dalla P.A. sulla via della
modernizzazione
L’Amministrazione
emittente compila i titoli di spesa su supporti cartacei e li invia alla
Ragioneria competente che, effettuati i riscontri di competenza ed inseriti i
dati di emissione nel proprio sistema informativo, ammette a pagamento il
mandato informatico attraverso un’apposita operazione a terminale. Da questo
momento cessa la circolazione cartacea del titolo e tutti gli adempimenti successivi
avvengono mediante comunicazioni elettroniche ("dematerializzazione"
del titolo): dalla Ragioneria Generale dello Stato alla Banca d’Italia, da
questa al circuito bancario (inoltro alla competente Sezione Provinciale di
Tesoreria o banca del creditore) con restituzione della comunicazione di
avvenuta estinzione alla Ragioneria Generale dello Stato.
La procedura consente il
monitoraggio dell’iter dei titoli di spesa in qualsiasi momento da parte degli
utenti abilitati. E’ inoltre possibile l’aggregazione automatica dei dati degli
archivi elettronici in modo mirato per argomento (ad esempio, l’attuazione di
singoli contratti, di programmi, di piani specifici, di leggi di settore ecc.).
Ne è scaturita una
significativa riduzione dei tempi di erogazione della spesa, ancorché soltanto
da un certo punto in poi del procedimento: è infatti necessario apportare
miglioramenti all’interno delle Amministrazioni emittenti i titoli e
trasformare in evidenze informatiche gli atti cartacei dalle stesse emessi.
Inoltre, la procedura non interessa ancora la gestione delle spese delegate, su
contabilità speciale e a mezzo ruoli. I risultati raggiunti costituiscono,
tuttavia, un ulteriore stimolo per estendere l’informatizzazione "a
monte": ciò tanto più in quanto l’informatizzazione della fase di spesa e
di pagamento coinvolge anche la resa e il riscontro delle contabilità dei
pagamenti, che costituiscono la base per i rendiconti generali.
L’informatizzazione del mandato di pagamento rende altresì evidente come anche
i progetti della "Area di funzionamento" interna alla P.A. si
riverberino di fatto in modo positivo sull’utente finale.
Allo scopo di estendere
l’applicabilità delle procedure del mandato informatico, è stato normativamente
demandato all’AIPA di promuovere protocolli d’intesa fra le Amministrazioni
dello Stato e gli altri organismi interessati. Il "Gruppo di lavoro",
istituito anche con la Ragioneria Generale dello Stato, diverse Amministrazioni
e la Banca d’Italia. ha rilevato tutte le procedure di spesa esistenti,
pervenendo alla elaborazione di un "Progetto di estensione del mandato
informatico a tutte le Amministrazioni centrali dello Stato", il cui
l’avvio operativo, con le Amministrazioni pilota, è partito a marzo del 2000.
Un progetto particolare
poiché finalizzato alla informatizzazione dell’alta direzione dei ministeri è
la rete G-net che mette in rete i
ministri, i sottosegretari, i capi di gabinetto, gli uffici legislativi, gli
uffici stampa, gli uffici dei responsabili dei sistemi informativi per un totale
di oltre 900 posti di lavoro e di oltre 2000 utenti che possono accedere ai
servizi della rete in condizioni di sicurezza grazie alle tecnologie di
crittografie e alle smart card che
identificano e abilitano i singoli utenti. Questo progetto sarà completato
entro il marzo 2000 e verrà arricchito dai servizi di accesso ad Internet,
dalla condivisione delle principali banche dati pubbliche, e da numerose
applicazioni fra cui la circolazione in rete della documentazione relativa
all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, ed il collegamento con i
lavori del Parlamento.
L’informatizzazione delle singole
Amministrazioni
La seconda linea di
azione per l’ammodernamento della P.A. attraverso l’informatizzazione passa
necessariamente all’interno delle singole Amministrazioni, investendone sia
l’aspetto strettamente tecnologico sia quello delle applicazioni.
In termini di tecnologie
informatiche la situazione infrastrutturale di base, con particolare
riferimento alle Amministrazioni centrali, può considerarsi soddisfacente:
risultano infatti installati 160.000 personal computer, quindi ben al di là
della soglia del personale informatizzabile, ossia di quello che ha necessità
di utilizzare in modo continuativo postazioni di lavoro informatizzate. Di
queste ultime circa 92.000 risultano già collegate in rete, facendo apparire
raggiungibile l’obiettivo di estendere tale collegamento, entro il 2001, alle
195.000 postazioni di lavoro informatizzate oggi esistenti. La piattaforma
tecnologica così realizzata, l’elevata crescita del numero dei cablaggi,
l’integrazione delle reti locali (LAN), l’interconnessione tra LAN in rete
geografica (WAN) e la capacità di trasmissione delle reti sono elementi che,
già nel 1998, hanno confermato l’attenzione al networking e all’internetworking
all’interno della Pubblica Amministrazione. Questo progetto, unitamente alla
conseguita disponibilità della Rete unitaria ha favorito il crescente ricorso
della Pubblica Amministrazione a servizi di trasporto delle informazioni e di
interoperabilità (posta elettronica, Web service,
file transfer) nonché la progettazione e la sperimentazione di servizi di
cooperazione applicativa fra amministrazioni diverse.
Con specifico riguardo
alla diffusione di Internet e intranet si rileva come il 1998, in particolare,
appaia l’anno di decollo ai fini dell’introduzione di Internet anche nella
Pubblica Amministrazione e dell’avvio dell’interoperabilità. A partire da quel
momento, infatti, la rete viene usata, in misura crescente, non solo per
servizi di informazione sulla propria attività istituzionale, ma anche come
mezzo di comunicazione interno integrato alla normale operatività del personale
e prendono altresì avvio i primi servizi di carattere transazionale, ossia
basati su comunicazioni bidirezionali suscettibili di modificare le basi dati
dell’Amministrazione.
In questo scenario si
distinguono, tra gli altri, il Ministero degli affari esteri, in cui l’utilizzo
di Internet è divenuto normale mezzo di comunicazione con le sedi estere,
nonché del Ministero di grazia e giustizia, nel cui sito sono presenti
informazioni sugli Uffici Giudiziari, sui riferimenti per le pratiche e sui
procedimenti giuridici e giudiziari.
In tema di offerta di
servizi transazionali, il Ministero delle finanze, in particolare, ha reso
possibile avvalersi di Internet, per l'acquisizione delle istruzioni relative
alla compilazione dei modelli di dichiarazione dei redditi mentre il relativo invio avviene oggi
tramite rete dedicata, ma in seguito avverrà tramite Internet sicura. L'INPS, a
sua volta, ha realizzato la possibilità di collegamento telematico con i
Patronati per ottenere l'estratto contributivo dei propri assistiti (nel corso
del 1998 ne sono stati rilasciati circa 40.000) e per inviare le domande di
pensione; ha inoltre reso possibile la consultazione dei codici statistici
aziendali e la verifica della posizione assicurativa delle aziende clienti. Di
rilievo é anche l’intervento effettuato dal Ministero della pubblica istruzione
che, grazie a Internet, ha dato concretamente avvio a un nuovo modo di operare:
l’inserimento nel proprio sito di sezioni dedicate alle diverse tipologie di
utenti e specificamente orientate ad aspetti sia didattici sia gestionali. La
possibilità di rendere conoscibili, a basso costo, informazioni per una platea
altrimenti difficile da raggiungere, ha indotto ad avvalersi di Internet, con
un proprio sito, anche piccole amministrazioni dotate di sistemi informativi
non particolarmente sviluppati (per esempio: l’Istituto di previdenza del
settore marittimo e la Cassa per la formazione della proprietà contadina).
Più in generale quasi
tutte le amministrazioni centrali e gli Enti dispongono ormai di un proprio
sito internet, ancorché i servizi prevalenti siano ancora quelli di
informazione e, in misura inferiore, di comunicazione. Per quanto attiene
specificamente ai servizi di posta elettronica verso l’esterno, da un’indagine
campionaria risulta che, su 15 amministrazioni centrali interessate, 12 hanno
già avviato una discreta operatività. Avendo riguardo alle caselle e-mail esistenti, risulta che una sola
Amministrazione (il Ministero della Pubblica istruzione) ne dispone di più di
5000, tre (Ministero della Giustizia, Ministero degli Affari esteri e Ministero
del Tesoro) possono contare su un numero compreso tra 1000 e 5000 caselle,
altre cinque Amministrazioni si collocano al di sopra delle 500 caselle.
Al di là dei dati
numerici sono distinguibili tre diverse modalità di utilizzo delle caselle e-mail: per alcune Amministrazioni nella
quasi totalità delle postazioni di lavoro i servizi sono attivi ed utilizzati
nella normale operatività; per altre i servizi sono stati introdotti
preliminarmente per alcune strutture, tipicamente quelle di staff del Ministro e quelle delle
strutture di coordinamento del settore informatico; in ulteriori
Amministrazioni solo alcune postazioni dispongono del servizio e svolgono una
funzione di "ufficio postale" per tutta l’organizzazione.
Le amministrazioni in rete: una
esternalità per il Paese
Il processo di
modernizzazione delle amministrazioni pubbliche, ha un ritorno positivo per
tutto il Paese perché invia un messaggio di cambiamento che obbliga gli
operatori ed i cittadini ad attrezzarsi anche culturalmente e che ci pone in
competizione virtuosa con gli altri paesi e con le altre amministrazioni
pubbliche. Inoltre questo cambiamento ha ritorni positivi sui settori
industriali innovativi e contribuisce ad aumentare l’occupazione nel settore
privato senza ricorrere alla vecchia strategia della spesa pubblica
improduttiva e dell’impiego pubblico parassitario.
La tecnologia
dell’informazione che è alla base di Internet fornisce gli strumenti per una
impostazione moderna del settore pubblico poiché consente di realizzare:
l’amministrazione a rete, la condivisione delle informazioni, la trasparenza
delle procedure, la chiara identificazione dei compiti e delle responsabilità,
la rapidità dei processi, il miglioramento della qualità del lavoro, la
consapevolezza per l’interlocutore dei servizi disponibili.
L’idea di una federazione
di sistemi informativi, interoperabili e cooperativi, offre l’opportunità di
concepire, indipendentemente dalle possibili riforme istituzionali, un progetto
di riforma della Pubblica amministrazione che è realistico e realizzabile con
risorse finanziarie modeste e anzi con sostanziali risparmi, in un arco
temporale di 3-5 anni, e con un percorso che prevede subito le prime
realizzazioni.
Inoltre la
reingegnerizzazione dei processi si accompagna con gli investimenti necessari
ma questi investimenti vanno fatti perché si tratta di spese produttive che
avranno effetti positivi sulla produttività del settore pubblico e soprattutto
avranno effetti duraturi sullo sviluppo economico e sociale del paese.
Rinunciare a questa opportunità in omaggio a incomprensibili feticci economici
e alla incapacità di selezionare gli interessi pubblici da tutelare sarebbe
un’ulteriore prova del ritardo culturale della classe dirigente del paese.
Ossia i tempi sono in linea con le esigenze tecnologiche ma soprattutto con
l’esigenza politica di dimostrare che le amministrazioni pubbliche italiane
sono uno strumento fondamentale nella competizione fra sistemi economici
all’interno dell’Unione europea.
Ricordavo in premessa
come, nel nostro Paese, l’avviato processo di cambiamento della Pubblica
amministrazione avvenga con maggior difficoltà quando si debbono modificare le
regole organizzative, rivedere le procedure nelle amministrazioni centrali e
locali ma soprattutto quando occorre coinvolgere i cittadini e le imprese in un
complesso processo che richiede una diffusa opera di aggiornamento
professionale e di cambiamento culturale.
Lo sviluppo di Internet,
oltre a costituire un efficace canale di diretta interazione tra cittadino e
Pubblica Amministrazione, avrà un impatto non secondario anche sugli aspetti
ora considerati. Da un lato imporrà, in modo sempre più pressante, di
focalizzare l’attenzione sugli aspetti di processo: dall’altro, anche per
effetto dell’inevitabile trasparenza verso l’esterno dell’attività degli
operatori pubblici, stimolerà una partecipazione più attiva e consapevole dei
funzionari pubblici e degli utenti sviluppandone anche l’attitudine e le
responsabilità proprie del ruolo a ciascuno assegnato.
L'Italia é dotata di
considerevole capitale umano: occorre tuttavia una preparazione, sia scolastica
sia sul lavoro, più orientata su tematiche organizzative, aumentando le
capacità progettuali e realizzative. Il modo migliore di farlo, cogliendo
l’occasione fornitaci dalla "internet
economy", è di incentivare, anche nelle Università lo sviluppo di
progetti, di applicazioni e di contenuti per la rete, non ultimi quelli
concernenti la formazione attraverso lo stesso mezzo. E’, tra l’altro questa la
strada maestra per agevolare l’innovazione anche nelle aree tradizionalmente più
arretrate del paese.